XXVI. I tipi di nuove religioni

Mentre è generalmente vero che una maggior ostilità sia spesso provocata da settari eretici piuttosto che da coloro con cui non si è o si sia mai condivisa una qualsiasi traccia di fede comune e, in particolare, che quei precedenti correligionari che si sono staccati subiscano la più grande infamia, nondimeno, anche la società contemporanea ha mostrato un’eccezionale e continua intolleranza verso alcune delle nuove religioni che sono emerse dalla fine della seconda guerra mondiale. Sebbene alcuni di questi movimenti possono essere classificati in base all’ampia “rassomiglianza di categoria”, si possono distinguere differenze radicali tra gli altri. I sociologi hanno cercato di stabilire alcune ampie categorie, meno in base ai corpi d’insegnamento condivisi che alla somiglianza delle mete, delle premesse e dei valori che i differenti movimenti abbracciano. Hanno sommariamente e in generale fatto una distinzione tra i movimenti che vengono descritti come improntati ad “affermare il mondo” a quelli improntati a “rinunciare al mondo”. I movimenti improntati ad “affermare il mondo” sono quelli che rispondono positivamente all’esistente cultura laica e che offrono ai loro credenti una prospettiva non solo di benedizioni spirituali ma anche di benefici materiali e mentali sotto forma di maggiore sicurezza emotiva, terapia, accresciuta competenza e successo sociale e forse anche economico. I movimenti del tipo “rinunciare al mondo” invece, per quello che è fattibile, cercano di allontanare i loro membri da qualsiasi tipo di coinvolgimento con il resto della società e la cultura laica, e offrono prospettive di ricompensa sia nella comunità chiusa sia in una vita(e) beata(e) dopo la morte, o a volte in entrambe. Queste ampie categorie non rendono, naturalmente, giustizia alle sottigliezze delle teorie o pratiche di ciascun movimento ma rendono davvero chiara una fondamentale dicotomia di orientamento tra le diverse centinaia di nuovi gruppi religiosi che si riscontrano nelle contemporanee società occidentali.

Questi due orientamenti fondamentali non sono nuovi nella storia della religione, come è chiaro perfino da una superficiale conoscenza, da un lato, le mete dei sistemi magici e, dall’altro, l’etica ascetica improntata a “rinunciare al mondo” del cattolicesimo medievale o, in forma diversa, del Calvinismo del diciassettesimo secolo. Entrambi gli orientamenti possono essere riscontrati nella corrente principale contemporanea del Cristianesimo, sebbene la rinuncia al mondo abbia ultimamente lasciato il posto ad una più forte corrente di un ethos “affermare il mondo”. Ciò nonostante, a dispetto degli orientamenti che a volte hanno condiviso con la religione ufficiale, i nuovi movimenti di entrambe le tendenze hanno subito opposizione, ostilità, vessazione e anche persecuzione nei decenni recenti. Perché, da una parte, spesso differiscono in modo così radicale in questioni di organizzazione, d’impegno monoteistico, e nel carattere delle pratiche venerabili, tra le altre cose, da essere subito accusati di non essere affatto religiosi; oppure, dall’altra, dato che la loro religione persuade i credenti a ritirarsi dai comuni impegni laici o a dedicarsi a un misticismo esoterico, vengono visti come nemici della società.

XXVII. Nuove religioni improntate a “Rinunciare al Mondo”
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