XXIV. Le sette tradizionali

A voler essere precisi, i movimenti che vengono considerati sette sono quelli che costituiscono i “credenti separati” ovvero le persone che, a causa di differenze di dottrina, pratica o di organizzazione, si sono allontanati con uno scisma dalla chiesa tradizionale, di cui comunque condividono in gran parte l’ampia tradizione. È questo elemento di condivisione e una riduzione nel corso del tempo dell’importanza delle loro differenze che ha permesso ad alcune sette di un tempo di arrivare alla condizione di essere considerate delle confessioni. Le confessioni di solito condividono una stretta parità di stima fra loro. Arrivano a riconoscersi come tali quando le questioni su cui c’è tensione con il resto della società – essendo tale tensione sintomatica dei movimenti designati come sette – vengono risolte o si dissolvono. Quindi, i Battisti, i Discepoli di Cristo, la Chiesa del Nazareno e, in alcuni aspetti, anche i Metodisti, sono tutti esempi di corpi che hanno attraversato il processo da setta a confessione. Il graduale riconoscimento dello status confessionale di particolari movimenti indica anche la maggiore tolleranza nel resto della società quando, a poco a poco, le restrizioni legali in Europa su questi movimenti e l’infamia sociale che hanno sofferto, si sono alla fine mitigate.

Non tutte le sette si trasformano in confessioni, comunque, e molto dipende dalle circostanze in cui è avvenuta la loro nascita e dal tipo di orientamento verso il mondo che caratterizza i loro insegnamenti. Sette che, come i Testimoni di Geova e i Cristadelfiani, pongono l’anticipata seconda venuta di Cristo al centro delle loro credenze, continueranno probabilmente ad avere tensioni settarie con il resto della società, particolarmente se porteranno avanti un vigoroso programma evangelico. Così è anche per sette come i Fratelli Esclusivi (cioè la Plymouth), che (sebbene sostengano anche la credenza nell’anticipato ritorno di Cristo) fanno diventare il loro interesse centrale il ritirarsi dal resto della società, che viene intrinsecamente considerata malvagia, all'interno della loro comunità esclusiva. La tensione esistente tra le sette di questo tipo e le autorità, e a volte tra le sette e il pubblico in generale, ha avuto la tendenza a concentrarsi non su un qualsiasi problema di diritto penale ma sul rifiuto da parte dei membri della setta di partecipare alle responsabilità civili comunemente richieste ai cittadini. Quindi, solitamente fanno obiezione di coscienza al servizio militare oppure, nel caso di alcune sette, cercano l’esonero dal far parte delle giurie nei tribunali oppure dal far parte dei sindacati in paesi (Gran Bretagna e Svezia) in cui tale appartenenza è, in certe industrie, effettivamente o praticamente obbligatoria. Col passar del tempo, un paese dopo l’altro, sono stati gradualmente concessi tali diritti di coscienza, come il diritto all’esonero da parte dei Testimoni di Geova negli Stati Uniti dal salutare la bandiera nazionale o dal partecipare cantando l’inno nazionale nelle assemblee scolastiche o in altre occasioni pubbliche. Le sette cristiane, in questi ed altri esempi, hanno dibattuto e spesso vinto i loro casi in tribunali nazionali o, a volte, internazionali; così facendo, hanno ampliato l’area di libertà religiosa. Ma, come accaduto con quelle sette che alla fine diventarono gradualmente delle confessioni, furono spesso oggetto di persecuzione, discriminazione e vessazione, in particolare nei loro primissimi giorni da nuovo movimento.

XXV. L’opposizione alle nuove religioni
SCARICA IL PDF DELL'OPUSCOLO